2020, la data di lancio prevista per la prima Nissan a guida autonoma (livello 5). La casa giapponese, come potete vedere nel video, sta testando con successo la tecnologia ProPilot: 12 sonar, 12 telecamere, 9 radar a onde millimetriche e 6 scanner laser, installati su una Infiniti Q50, che circola liberamente per le strade di Tokyo.
Oltre all’hardware, la vettura di lusso del brand giapponese utilizza appunto il software ProPilot che rileva e interpreta gli ostacoli stradali, simulando lo stile di un guidatore umano.
5 livelli di guida autonomaRispetto alle vetture “tradizionali”, in cui è il guidatore a doversi occupare di ogni aspetto della guida, sono riconosciuti cinque livelli di automazione delle funzioni di guida, dalla “semplice” assistenza fino all’esclusione dell’intervento umano:
1) Assistenza alla guida: l’automobile può sterzare, accelerare e frenare autonomamente solo in alcune situazioni, ma il guidatore deve essere pronto a riprendere il controllo
2) Automazione parziale: le funzioni principali (accelerazione, frenata e sterzata) sono delegati alla vettura, con il guidatore umano che deve intervenire quando richiesto
3) Automazione condizionata: come il Livello 2, ma in questo caso il monitoraggio ambientale viene effettuato dai sistemi di rilevamento della vettura
4) Alta automazione: sistema automatico che effettua tutte le operazioni, ma che non può gestire condizioni estreme di guida (maltempo, neve…)
5) Completa automazione: tutte le capacità di analisi e di guida dell’Uomo vengono trasferite al sistema autonomo.
Nissan sta già utilizzando una versione meno evoluta del sistema ProPilot, con la nuova generazione dell’elettrica Nissan Leaf: dal 2018 questo sistema sarà installato anche a bordo del crossover Qashqai.
mappe ad alta definizione, per gestire gli scenari di traffico più complessi
Oltre alla dotazione di hardware, il sistema ProPilot può contare su una mappa ad alta definizione di Tokyo: per gestire in tempo reale le situazioni più complesse del traffico, che avvengono quotidianamente agli incroci della metropoli giapponese, sono indispensabili informazioni aggiuntive, oltre a quelle ricavabili dall’analisi effettuata dai sensori.
Proprio per questo motivo Baidu, la multinazionale che detiene il principale motore di ricerca in lingua mandarino e prima compagnia cinese ad essere inclusa nell’indice NASDAQ-100 (nel 2007), ha stretto accordi con Shouqi, società di ride sharing: la disponibilità di informazioni accurate sulla situazione territorio e sulle dinamiche di traffico è uno dei fattori chiave per il raggiungimento del Livello 5.
dal 2018, bus a guida autonomaIl colosso di internet sta già sviluppando la tecnologia per veicoli a guida autonoma; prevede, in collaborazione con il Gruppo Baic, di mettere sul mercato veicoli dotati di sistemi di guida autonoma di Livello 4 entro il 2012. Ma l’annuncio più interessante è quello relativo agli autobus, già pronti a circolare senza intervento diretto del conducente.
Così, i due grandi brand legati ai motori di ricerca che fino ad ora si sono solo sfiorati a livello planetario, potrebbero scontrarsi… sulle strade: da una parte Google con il suo nuovo progetto Waymo (che ha ereditato le prime esperienze della Google Car) e gli accordi col gruppo FCA, dall’altra Baidu con il software Apollo e la partnership con il colosso a guida statale Baic.
auto autonoma = tempo a disposizione
L’interesse di Google e Baido (senza dimenticare Apple) per l’auto autonoma non è legato solo alla differenziazione dei propri prodotti; il tempo trascorso in auto diventerà una risorsa, anche per il conducente; lo spazio interno diventerà più vivibile, trasformandosi di volta in volta in ufficio, sala giochi, biblioteca, soggiorno, camera da letto.
La possibilità di connettersi verrà probabilmente gestita tramite i sistemi proprietari, piuttosto che passare dai “soliti” device.
Questa connessione full immersion è ben sintetizzata dalle parole di Robin Li, direttore generale di Baidu: “una volta che una persona sale in macchina, non avrà più bisogno di toccare il proprio telefono. Tutto in auto sarà una migliore esperienza”.
E quale migliore esperienza, se non quella fornita dall’auto stessa?
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